Tiziana Liperoti Arpista
Arpa: Leggende e Storia
Il Maestro Tiziana Liperoti ci accompagna a scoprire questo incredibile strumento attraverso le testimonianze che sono arrivate a noi da secoli lontani.
Nessuno sa realmente dove l’arpa ebbe origine, vi sono fonti antichissime che testimoniano contemporaneamente la sua presenza in parti del mondo molto lontane tra loro, e non sapremo mai come suonavano le arpe in epoca preistorica.
Una delle prime scoperte di strumenti musicali mostra uno strumento che assomiglia ad un’arpa raffigurato su pitture rupestri risalenti al 15.000 a.C. in Francia. Si pensa che le prime arpe derivino dall’arco da caccia, infatti la corda tesa tra i due estremi dell’arco produce un suono.
In Egitto, alcune delle più antiche immagini di arpe arcuate provengono da tombe di faraoni risalenti a circa 5.000 anni fa.
Tuttavia la concezione che l’arpa sia uno strumento femminile è storicamente sbagliata. Infatti tutti i più grandi arpisti della storia sono uomini e anzi anche strutturalmente l’arpa è uno strumento che richiede tantissima forza. Oggi il tiraggio della cordiera dell’arpa è di circa 1800 kg. Molti re sapevano suonare l’arpa, come ad esempio Riccardo Cuor di Leone, Carlo D’Angiò re di Napoli, Enrico VIII, ma anche il leggendario re Davide.
Un altro fatto molto curioso di cui non si sa ancora la spiegazione, è che la maggior O’Carolan arpista parte degli arpisti delle Isole Britanniche vissuti nel 1600/1700 erano ciechi, come il famosissimo arpista e compositore O’ Carolan o l’autore John Parry.
Anche nell’antico Egitto gli uomini che suonavano l’arpa erano non vedenti.
Le modifiche all’arpa nel corso della storia
Dal 1200 al 1700 l’arpa subì innumerevoli modifiche:
- l’arpa gotica a un’unica fila di corde
- l’arpa doppia (formata da due file di corde parallele per suonare, una che era come i tasti bianchi del pianoforte, l’altra i tasti neri)
- l’arpa barocca formata addirittura da tre file di corde parallele (si dice che ci mettessero più tempo ad accordarla che a imparare a suonarla)
- l’arpa a uncini (simili alle levette dell’arpa celtica) fu inventata in Germania
È lo strumento a corda per eccellenza, l’arpa, madre di liuti, clavicembali, lire e persino del pianoforte.
L’utilizzo dei pedali nell’arpa
Nel ‘700 iniziano i primi esperimenti con i pedali, il primo che ebbe questa idea geniale fu un liutaio bavarese di nome Jacob Hockbrucker: questi inventò un meccanismo secondo cui i pedali che stavano alla base dello strumento (che inizialmente erano 5) azionavano dei tiranti che, passando all’interno della colonna, avrebbero mosso dei dischetti in cima alla corda in modo da alterare le note.
L’arpa a 7 pedali a doppio movimento, l’arpa classica che suoniamo oggi, nacque nel 1810 nella liuteria di Sebastian Erard a Parigi. Le corde (il numero varia dalla dimensione dello strumento, fino a un’estensione massima di 47 corde dell’arpa classica) fatte di metallo o di budello o di nylon, anche se in antichità venivano anche utilizzati materiali pregiatissimi.
Ad esempio i Cinesi fabbricavano corde di seta, oppure gli Egiziani lavoravano pelo di animale, fibre vegetali o addirittura metalli preziosi come il rame, l’oro e l’argento.
Le corde sono colorate per distinguere le note: quelle rosse sono i do, quelle nere o blu sono i fa.
È fatta di legno e ha una forma particolare che assomiglia a un ala di angelo. Esistono principalmente due tipologie di arpa: l’arpa classica e l’arpa celtica. Quest’ultima si distingue dalla prima perché generalmente la sua colonna è arcuata invece che dritta. Inoltre nelle arpe celtiche ogni corda è dotata di una levetta a movimento singolo per creare i semitoni.
Nelle arpe classiche alla base ci sono 7 pedali (uno per ogni nota musicale) a doppio movimento, ciascuno dei quali aziona dei dischetti che cambieranno le alterazioni di quella particolare nota in tutta l’arpa (le posizioni del pedale sono tre per fare diesis, bemolle, bequadro).